26.9.17

Porto Rico, cronache di una distruzione

"E' un disastro totale."
R. H. Torres,
sindaco di Juana Diaz,
22 settembre 2017*

Colombo la scopre nel 1493, abitata da pochi indigeni e decide di battezzarla "San Giovanni Battista", ma per tutti dal 16esimo secolo è sempre stata l'"isola della Città del Porto Ricco" (di zucchero, tabacco, caffé...), poi diventata semplicemente "Porto Rico". Già nel 1513, i locali delle tribù della civilizzazione Taino son decimati ed insufficienti ai colonizzatori per i lavori forzati sull'isola, vengono importati i primi schiavi africani.
Porto Rico da allora ha avuto un'esplosione demografica pressochè costante, terminata drasticamente a ridosso dell'anno 2000 (quasi quattro milioni di abitanti allora, meno di 3 milioni 400mila oggi**). La situazione economica, politica ed amministrativa attuale dell'isola è più che complessa : nessuna rappresentanza all'ONU, stato libero ma associato agli Stati Uniti con trattato di commonwealth, garantita la nazionalità ma non la cittadinanza americana per gli abitanti, un indebitamento pubblico che batte tutti gli stati caraibici, perfino Haiti, tanto che l'isola ha la reputazione di "Grecia dei Caraibi"...


Perchè me ne occupo? Perchè ne parlo? Perchè credo che dopo la stagione degli uragani di quest"anno, la situazione attuale e futura di Porto Rico sia un esempio da seguire per tutte le tragedie climatiche future.
Perchè alla fine Porto Rico è un sistema chiuso, con stile di vita calcato su standard occidentali, discretamente industrializzato e piuttosto evoluto nei propri servizi, che somiglia molto più di quel che crediamo ai nostri paesi industrializzati, che sono meno isolati tra loro di quanto lo sia questa isola da altri luoghi mediamente "ricchi".
E soprattutto perchè dopo la stagione degli uragani 2017, Porto Rico con i suoi 3 milioni e mezzo di abitanti sta vivendo momenti durissimi ed un razionamento di fatto di tutti i beni che sono il fondamento del nostro modo di vivere, di un mondo tutto sommato funzionante, pacifico ed aperto all'altro ed al futuro.


Ancora oggi, dopo il passaggio di Maria la situazione è confusa***, pare che i morti "di uragano" siano non oltre 25 ed i danni stimati al momento sono tra gli 8 ed i 10 miliardi di dollari (pari a circa 10% del PIL, molto ma non estremo), all'aeroporto**** centinaia di portoricani bivaccano, i voli sembrano ripresi, sono sempre più coloro in attesa di partire e ritrovare parenti altrove (la gran parte dei portoricani è emigrata negli ultimi trent'anni, restan coloro che partire non possono, spesso sostenuti dalle "rimesse" degli emigrati). Sto mettendo assieme materiale per seguire nei dettagli cosa è cambiato, per chi, quali le soluzioni locali a problemi devastanti ed imprevedibili anche se da molti previsti...
A presto gli aggiornamenti.

*link : "Puerto Rico's mayors describe widespread devastation from Hurricane Maria", http://www.sfgate.com/news/article/Puerto-Rico...
**link : https://en.wikipedia.org/wiki/Puerto...
***link : https://en.wikipedia.org/wiki/Hurricane...
****link : http://www.miamiherald.com/news/...

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22.9.17

Harvey, Irma e Maria : l'accelerazione della Fine

"Non c'è una sola specie appartenente al genere Homo,
bensì ce ne sono tre: lo scimpanzé comune,
Homo Troglodytes; lo scimpanzé pigmeo, Homo paniscus;
e il terzo scimpanzé o scimpanzé umano, Homo sapiens."
Jared Mason Diamond

Siamo sempre stati dei cretini, e lo sappiamo, ma i nostri specchi ed i nostri schermi ci rimandano l'immagine di qualcosa che è ancora Qualcuno. Siamo noi, ancora rasati, ancora pettinati, ancora illuminati dalla lampadina della sala da bagno. Ancora ci piacciamo, ma come per il mito di Narciso, il lago è la morte che si specchia in noi e non siamo solo noi che vediamo riflessa la prova della nostra Bella Esistenza.
Ma come i batteri nei vetrini, sempre più felici, arrapati e sazii nei loro sistemi chiusi, noi della Fine ce ne accorgeremo solo molto dopo che tutto avrà iniziato a scomparire per sempre, quando attorno a noi si saranno accumulati monti di cadaveri.
...Detto questo, tanto per assicurarsi che c'è poco o forse sempre meno da ridere, passiamo ai fatti.
Ho accumulato materiale e riflessioni per fare un punto sulla "hurricane season" e il mio intuito mi dice che il caso Porto Rico è per ora e potrà essere in assoluto il più interessante (discreto numero di abitanti, medio-alta resilienza, PIL pro-capite elevato, sistema chiuso, isola politicamente indipendente, etc.), non trascurando tutto il materiale riguardante l'impatto economicamente e socialmente devastante degli uragani sul Texas e la Florida, oltre che su varie isolette dove tutto quel che riguarda la civilizzazione di homo sapiens sapiens è stato spazzato via o reso inservibile (in parte per sempre?).
Il lavoro sarà arduo, ma l'accelerazione che questi eventi "previsti ma imprevedibili" danno alla fine dell'era dell'energia in quantità, facile ed economica, è senza precedenti nella storia dell'umanità, a parte forse la Seconda Guerra Mondiale e la Crisi Energetica del 1973 che in realtà dovrebbe essere studiata come Grande Crisi Energetica 1973-1985, ma, se ci saranno ancora i libri, ne parleremo tra 80 anni.
 
 
( immagine: "2017 Atlantic hurricane season summary, september the 21st" ; fonte : WikiProject Tropical cyclones/Tracks // sfondo : "NASA" // dati traiettorie uragani e tempeste del "National Hurricane Center's Atlantic hurricane database" )