31.5.12

Picco dei laureati dopo quello del petrolio

Finirà prima il petrolio o il lavoro? La risposta è che, già oggi, vi è una marea di laureati senza futuro: la logica sembra senza scampo, ovvero prima del petrolio saranno molti iper-specializzati a dover sparire, a meno di convertirsi a delle manualità post-moderne (o "neo-antiche").
Quante famiglie che hanno sostenuto con investimenti di migliaia di Euro per lauree che non portano nulla, ne' professionalmente, ne' economicamente ed avvicinano i giovani alla frustrazione ed alla depressione... Un fuori-sede a Parigi, in cinque anni di corso di laurea, ha speso solo per l'alloggio (ed avere delle borse di studio è sempre più difficile) almeno 40000 Euro. Ottimo per chi affita le case, ma è creare lavoro questo? E' "creare futuro"? Non è piuttosto un rozzo modo di mantenere alto il vessillo della speculazione?
Notizia fresca dalla Francia*: il 57% dei laureati nel corso del 2011 è tuttora senza lavoro. Dei restanti che hanno dichiarato di aver lavorato, solo il 58% lo ha fatto con un contratto di lavoro remunerato di almeno sei mesi. Il tempo di "attesa" per un posto di lavoro aumenta in maniera costante e sempre più giovani finite le scuole medie scelgono la formazione professionale, anche se il loro profilo corrisponderebbe a quello per intraprendere gli studi liceali... Ed hanno ragione. A che serve passare dentro le istituzioni scolastiche 18-19 anni della propria vita? Gente che nasce oggi, magari col pallino un giorno di diventare un genio dell'elettronica, sarà pronta per il lavoro nel 2038, quando in area OCSE prolungando grossolanamente la curva della disoccupazione si ottiene nella migliore delle ipotesi un 40% di disoccupazione medio (50% per l'Italia e 55% per la Francia). 
E non ho citato l'aspettativa di vita secondo il "Limits to Growth (revisited)"** di chi nasce oggi in Europa, che non è di 75 anni in media, ma piuttosto di 45.

 *link: http://www.boursier.com/actualites/economie...
**link: http://greatchange.org/ov-simmons,club_of_rome_revisted.html
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8 commenti:

  1. Beh, da un lato devo dire che è vero. Indubbiamente abbiamo reso la vita difficile per i nostri giovani. Negli ultimi annetti in Italia abbiamo soppresso (dice Istat) 1 milione di lavoratori italiani per assumere 0,75 mln di immigrati. Demenziale e ben congegnato, ci hanno distrutti ben bene.

    Dall'altro lato devo dire che nel mondo del futuro non vorrei mai essere nei panni di un ignorante totale, il vero povero di domani (e di ieri, stando a mio nonno).

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  2. ...Voterò Grillo perchè almeno sostiene che le posizioni universitarie vadano riassegnate ogni 3 anni in base a graduatorie internazionali :in Italia una buona metà dei professori ordinari devono essere mandati a casa senza pensione e liquidazione in quanto del tuto inutili, anzi dannosi, come mostra il post,( In Italia credo la situazione sia peggiore) al paese tutto...In soldoni, molti più soldi a fisica e chimica, chiudere una buona metà delle sedi e dei corsi di tutte le altre discipline...Se non si mandano a casa i responsabili del disaatro non abbiamo nè tempo nè risorse per aspettare che si godano la pensione rubata al futuro degli altri italiani.

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  3. Un po' OT

    Spiegami questo Medo: http://oronero.wordpress.com/2012/05/31/infatti-il-picco-ancora-non-ce-analisi-tecnica/#comments

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    1. Non capisco cosa dovrei spiegare....
      Il picco del petrolio convenzionale disponibile PRO-CAPITE al mondo è del 1979.
      Il picco del petrolio convenzionale come fonte di energia primaria è del 1985, il carbone da quel momento l'ha ri-superato (e mai più la curva si invertirà).
      Il picco del petrolio convenzionale inteso come produzione mondiale SPOT o GIORNALIERA (che non ha gran significato, ne ha meno di quella mensile o annua) è invece del 2011. Il picco del petrolio compreso il non convenzionale ed altri liquidi anche è del 2011 (ma potrebbe essere battuto). In ogni caso già oggi mancherebbero al mondo 30 milioni di barili al giorno SOLO per pagare gli interessi del debito mondiale PRIVATO. Fai un po' tu...

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    2. Non ho parole....vorrei cercare di capire se in effetti il disfacimento del nostro sistema , inteso come modello di "sviluppo" imploderà in modo lineare come nella curva di una parabola o piuttosto collasserà di colpo perchè incapace di autosostenersi una volta arrivato ad un certo limite.
      mi piacerebbe avere il tuo parere Medo.

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    3. A livello diciamo di paesi OCSE farà una parabola discendente. Più si va ad analizzare in piccolo, più si vedranno scalini discendendi (a "L"). Fino ad arrivare alla crisi vera, che è sempre quella personale... Nel senso che la parabola diventa più che altro una caduta pressochè verticale, un netto colpo. Poi dipende dai parametri che si vogliono considerare.

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    4. Nel senso che la parabola diventa più che altro una caduta pressochè verticale,..

      Già mi pare che il prof. Ugo Bardi nel suo ottimo Blog 'Effetto Cassandra' l'abbia chiamata la curva di Seneca.
      E' apparso tempo fa un bellissimo articolo sulla velocità di caduta della ns. civiltà.
      Altro che tramonto dorato!

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  4. Scommetto su una discesa non lineare causata dal crollo veloce del petrolio e del gas "fasulli", quelli difficili e troppo costosi, privi di reale ritorno in termini di energia netta. Con riassestamento sul trend lineare di base, quello governato dagli idrocarburi di buona qualità. Si accettano altre scommesse!

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