9.2.12

Albania: mio nonno e la corsa all'oro nero

L'Albania è uno degli stati europei relativamente più promettenti in termini petroliferi. La produzione inizia ufficialmente nel 1928 e l'industria italiana consiglia a Mussolini di metterci il naso prima possibile, esattamente come la Germania di Hitler voleva il petrolio rumeno, la torba baltica, il carbone polacco... E' in Albania che mio nonno soldato viene catturato mentre, ignaro milite, mette in sicurezza il petrolio dell'Impero italiano e già imperversa la battaglia contro la Grecia filo-inglese. Parentesi famigliare: mio nonno fosse morto allora, per quattro barili in croce, io non sarei nato ("mica male, pessimista catastrofista che non sei altro", penseranno alcuni lettori). Prima era un bravo contadino che "sapeva fare tutto", dopo la guerra pure nonostante le vertebre distrutte dai lavori forzati, ma vent'anni dopo la guerra, per invalidità sopraggiunta in prigionia e meriti vari, gli fu dato un posto di lavoro in città, dove non doveva fare altro che l'usciere. "Hai combattutto per l'Italia, ci hai rimesso la salute. Ora tieni un posto fisso, salario e diritti. Vendi la terra, la casa nel borgo antico, dimentica pure i saperi: ora potrai comprare tutto". Lui accetta questo patto con lo Stato Italiano, tanto l'unico contrario a questi patti diabolici a quel tempo si chiamava Pier Paolo Pasolini, un "poeta frocio" ascoltato solo da pochi comunisti, pervertiti e debosciati. Mai più dunque nella famiglia si toccherà "legittimamente" la terra, si seminerà, si alleveranno conigli o coglieranno i proprii pomodori (in realtà il sottoscritto qualcosina ha fatto e mio cugino, pare, dopo le 8 ore in acciaieria ha trovato tempo e terra per produrre il suo vino, un pochino di frutta ed ortaggi).

Dicevo... L'Albania promette bene, nonostante l'attuale produzione petrolifera albanese sia piuttosto misera. Premettendo che il record storico di 43000 barili al giorno fu ottenuto con l'aiuto temporaneo di geologi ed ingegneri petrolchimici cinesi (venne poi lo "strappo di Hoxha": il dittatore locale decretò la fine di ogni alleanza internazionale dell'Albania nel 1978 ed i cinesi partirono per non tornare più), il paese produceva 9000 barili al giorno nel 1994, ma tra una crisi economica ed una politica si ridiscese al picco negativo di soli 600 bb/g nel 2004. Venne poi l'aiuto dell'Europa, la stabilizzazione politica ed i massicci investimenti stranieri): la produzione odierna, grazie soprattutto a compagnie petrolifere canadesi, si attesta attorno ai 22000 bb/g, ancora poca cosa davanti ad un consumo nazionale di circa 40000 bb/g, ma non credo esistano altri paesi al mondo dove la produzione stia raddoppiando ogni due anni o paesi europei dove i "poveri" e gli emigranti, invece di aumentare, diminuiscono (ma non la corruzione).
Non ho volutamente menzionato la questione scottante del gas naturale che si trova pare abbondante, ma a profondità forse impossibili a fini industriali, tra Albania ed Italia: le notizie disponibili sono poche a riguardo, non oso sbilanciarmi.
Quindi: avviso che tengo d'occhio l'Albani, "futura Arabia Saudita europea". D'altra parte la lingua la cultura tradizionale albanese, soprattutto dal punto di vista sonoro*, sono tra le mie preferite.
Per finire... Un omaggio ai "catastrofisti ottimisti", in questo video del 2008 potete ammirare l'installazione di un pozzo petrolifero a dire il vero un po' artigianale: notate l'abbondanza di bitume e di heavy oil, il tutto sotto lo sguardo attento di un tranquillo cavallo da traino che aiuta in cantiere...

"Petrolio", from effegi on Vimeo

Per approfondire...

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