17.10.11

Roma, 15 ottobre: "black block" o poliziotti? (2a parte)

L'Italia è IL paese delle stragi di stato, del terrorismo di stato, della mafia di stato, e mi fermo qui.

Leggo in giro che chi pensa a poliziotti infiltrati a sabotare manifestazioni, beh sarebbe "un complottista". Rispondo a questa massa di illusi, invece, che chi sostiene questo non solo non conosce la storia dell'Italia, ma nemmeno immagina di cosa è stata e sarà capace una repubblica democratica (semmai lo sia stata) deviata a servizio dell'ultimo stadio del consumismo capitalistico ("taci, indébitati, consuma come hanno fatto i tuoi genitori o ti prendi tante mazzate") e quanto violento potrà essere il futuro prossimo... Futuro in cui sostanzialmente da consumare non c'è più che la carne umana, le ossa, una trentina di denti per persona.
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3 commenti:

  1. Sarà ma in Italia i consumi sono in contrazione da mesi, le banche non ti concedono un debito trentennale se papà non ti garantisce ed i poliziotti fanno la colletta per la strada per pagarsi la benzina.
    Mettici pure che sono dieci che si scende in piazza, anche con numeri importanti e senza incidenti (pensa la manifestazione Cgil del 2002 con tre milioni di persone in corteo a Roma) ma con esiti poco esaltanti.
    Il fatto è che non capisco cosa ci sia da sabotare in un happening in cui il massimo risultato da portare a casa è una piacevole catarsi collettiva.

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  2. D'accordo su tutto, il problema in Italia è che troppi giovani e meno giovani non conoscono la storia recente del nostro paese, e tanti dei più vecchi forse se la sono dimenticata. Consiglio due letture illuminanti "Dancing Dais. 1978-1979. I due anni che hanno cambiato l’Italia" di Paolo Morando, Laterza, 2009, e "La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi", a cura di Anna Vinci, Ciarelettere 2011. Leggeteli a confronto.

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